PROGETTO 2018 SUD EST ASIATICO:
Myanmar, Laos, Cambogia e Thailandia
dal 29 gennaio al 29 marzo 2018
Questa volta il collettivo è composto da 9 persone: 8 circus street performer e un videomaker.
Dopo l’ultimo progetto in Etiopia, come sempre il viaggio del Circo Inzir si è autofinanziato organizzando dei cabaret circensi in tutta Italia, collaborando con varie realtà artistiche e associative del territorio: come Magda Clan, Arterego, Circo Paniko, Side Circus e Fnas.
Il progetto è stato sviluppato in Italia tramite organizzazioni che operano nel sud est asiatico, ed è in continuo sviluppo durante il tragitto, cercando contatti in loco.
Il tragitto ipotizzato passa per quattro stati, la cui natura dei rapporti politici è difficile e controversa per motivi storici, etnici e culturali, questo crea discontinuità territoriale, senza possibilità di passaggio tra uno stato e l’altro. Questa situazione – unita al fatto che ci muoveremo attraverso mezzi pubblici e attraverseremo strade e frontiere non sempre aperte agli stranieri – renderà gli spostamenti molto difficoltosi.
Abbiamo scelto come prima tappa del percorso il Myanmar, da poco uscito da una dittatura militare durata quasi 50 anni, che ne ha chiuso le porte impedendo di entrare al resto del mondo. Le frontiere via terra sono aperte da pochissimo tempo, per questo abbiamo deciso di varcarle per prime.
Attualmente il paese è in forte sviluppo sotto le influenze delle grandi potenze economiche e politiche di oriente e occidente; in questo contesto la popolazione non ha mai visto o conosciuto il circo o altre arti performative. Anche gli altri stati hanno una avuto storia travagliata di dittature e violenza segnata dal colonialismo occidentale, con l’unica differenza di essere stati chiusi al mondo per meno tempo.
Circo Inzir attraversando differenti stati, lingue ed etnie vuole provare a scalfire, anche solo un po’, questi muri, che siano immaginari o reali. Per farlo ha deciso di usare un linguaggio che non ha bisogno di molte parole, si basa su sorrisi, smorfie, stupore e sudore. Probabilmente questi muri non li abbatteremmo tirandoci contro palline e risate, ma forse quello che si può provare a fare è di creare una piccola crepa, una fessura in cui poter passare e grazie a cui le persone, da entrambi i lati, riescono a guardarsi.
O forse no, forse non basterà quel piccolo spazio per creare un incontro o forse non riusciremmo neanche a scalfire muri con delle basi così solide o a superare tutte le frontiere.
Nonostante questo, non possiamo fare a meno di provarci ugualmente.